Viene da San Lazzaro, in provincia di Bologna, e racconta la sua realtà fatta principalmente di amici e serate, ma anche di difficoltà e pensieri negativi. Lui è Squalo – classe 2002 – e ha da poco pubblicato il suo primo album, Nè santi né eroi. Il titolo è fortemente indicativo del suo contento: nelle 10 tracce che compongono il progetto, infatti, il rapper parla della sua città che non ospita santi né eroi, ma persone comuni.

Con una discreta tecnica e una buona capacità nel rappare, Squalo riesce a stuzzicare l’ascoltatore per tutta la durata del disco, grazie al racconto della sua quotidianità e delle sue aspirazioni. Di sogni infatti ce ne sono tanti, come è giusto che sia: l’autore è infatti ancora molto giovane e ha riversato in queste tracce tutta la sua ambizione nel volere arrivare in alto con la musica. E se da un lato la giovane età in questo caso è sinonimo di freschezza e di “fotta”, i vent’anni implicano anche che il margine di crescita sia ancora molto ampio. Infatti Squalo – a mio parere – deve ancora trovare una dimensione che sia propria al 100%: le barre presenti in questo disco sono senz’altro valide, ma talvolta sembrano ricalcare lo stereotipo del rapper di provincia. Le basi però ci sono tutte: come già detto, Squalo ha un buon uso della parola e una buona attitudine davanti al microfono, forse deve solo rendere ancora più personale la scelta degli argomenti da trattare.
L’indiscutibile qualità del progetto non si riscontra solo nei testi e nelle rime cantate, ma anche nelle strumentali: la maggior parte di esse (eccetto Titanic prodotta da Legal studio e Gomorra prodotta da Gynoz) è stata realizzata da Illest ha dimostrato ancora una volta di essere molto forte. Il produttore ha un rodato feeling con Squalo, in quanto i due hanno collaborato più volte in precedenza e sono i due membri fondatori di Majestic Records, un’etichetta/collettivo indipendente della scena emergente. I due featuring del disco sono SL Kid (terzo membro di Majestic Records) e Ari Selva, che con la sua esperienza e abilità ha aggiunto ulteriore tecnica al progetto.
In conclusione, Nè santi né eroi è un buon punto di partenza “ufficiale” nella carriera di un giovane artista come Squalo, che in queste dieci canzoni ha dimostrato di sapere usare la musica come mezzo di comunicazione. L’intenzione c’è tutta ed è messa in pratica con molta “cattiveria”; anche la tecnica c’è ed è usata in modo intelligente, senza inutili tecnicismi o viaggi mentali. Un elemento su cui Squalo può lavorare è il contenuto di alcune sue canzoni, da rendere più personale e unico.

