Wemme flow: tra Bologna e le stelle

Wemme Flow esordisce tra i grandi con Direzione Stelle, il suo primo album sotto l’egida di Sony Music e di Dogozilla Empire. Le 10 tracce che lo compongono sono tutte prodotte dai Fratelli Akash e rappresentano un prodotto fresco e maturo, con pochissimi punti deboli e numerosi punti di forza. Alessandro Magrinelli, nome di battesimo del rapper bolognese, ha coinvolto altri artisti nel suo progetto: Mido, J Ian, Not Good e Tredici Pietro, tutti artisti giovani ma che si stanno facendo spazio nel rap game o che hanno addirittura già ottenuto successi notevoli.

Il tema centrale del disco è il racconto dell’artista stesso, che in queste tracce narra se stesso e parti della sua vita, lasciando entrare l’ascoltatore nella sua quotidianità e nei suoi pensieri. Rimanendo coerente con il suo stile che lo contraddistingue, Wemme Flow fa spazio anche ad Alessandro, alle sue paure e alle sue difficoltà ma anche alle sue gioie e ai momenti più leggeri. Nel brano Cremonini, che era già uscito precedentemente come singolo, dice “uno come me per ogni amico c’ha una maschera”, mentre nella Outro del disco racconta che “piango solo se sono solo”.

Ascoltando le sue canzoni, si capisce che usa la musica per dire quello che non riesce ad esprimere con le parole e che proprio con la musica vuole fare grandi cose: in Intro dice “Io sono nato artista, tu ci travesti” e ancora “Sono il tipo che perde, però riprova sempre \ fin quando quelle porte non le trova aperte”. C’è tanta voglia di spaccare e sembra che Wemme abbia le idee chiare sulle sue capacità, che vengono riconosciute e apprezzate da un numero sempre maggiore di ascoltatori. D’altronde non fa musica da poco, come racconta lui stesso in questi 10 brani: ascolta rap da quando era bambino e ha iniziato a scrivere molto tempo prima che iniziasse ad essere conosciuto.

Un altro tema centrale e quasi onnipresente è l’appartenenza alla sua zona di origine, il famoso quartiere Mazzini di Bologna (quello cantato da Inoki, Gaucho e molti altri). In quasi tutte le canzoni parla della sua città e del suo luogo di origine: il brano Da bambino (Mazzini) è un racconto di come è cresciuto nel quartiere assieme al rapper che ha scelto come featuring, J Ian, amico d’infanzia di Wemme. Bologna viene citata anche in Bologna è sempre nuda e in Da Bolo a Milano, realizzata con la collaborazione di Not Good. Una vera e propria dedica alla propria città è presente in Bolo, la canzone in cui Wemme e Tredici Pietro parlano delle varie zone e dei rappers che hanno reso noto il capoluogo emiliano. È un bel pezzo in cui si possono riconoscere i bolognesi che hanno frequentato i quartieri e le vie nominate nel brano.

Wemme Flow ha uno stile non comune, adatto alle sue corde, al suo stile di scrittura e alla sua tecnica molto buona. L’ottima qualità di questo disco si riscontra anche nelle produzioni innovative e catchy realizzate dai Fratelli Akash.

Come già detto, reputo questo disco un prodotto interessante e notevole ma una delle pochissime pecche sta nei troppi riferimenti al famoso “nemico immaginario”, da sempre presente nei testi rap / hip hop: è un soggetto indefinito a cui vengono rivolte offese e insulti, ma queste perdono di valore nel momento in cui non ci si riferisce a qualcuno in particolare. Tuttavia non è un grosso difetto, fa parte della scrittura diretta dell’hip hop e si perde in mezzo a tutte le altre bellezze che sono presenti nel disco.

In conclusione posso dire che Direzione stelle di Wemme Flow è un bel disco, che farà conoscere il rapper bolognese a molte più persone che potranno apprezzare i suoi lavori.

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