La situazione in Bielorussia è drammatica

Collocazione della Bielorussia

IN CUFFIA: Get up, Stand Up di Bob Marley

BOLOGNA, 7 ottobre 2020Proteste, feriti, forse morti. Sta accadendo in Bielorussia dove il 9 agosto è stato rieletto presidente Alexander Lukashenko, al potere dal 1994, che ha instaurato una dittatura di fatto e che non gode del sostegno della popolazione. Ad oggi il clima rimane molto teso e le testimonianze sono drammatiche. Ecco un riassunto della vicenda:

27 luglio 2020 – Oltre a Lukashenko si candida alle elezioni anche Svetlana Tikhanovskaya, dopo che suo marito Sergei Tikhanovskaya è stato arrestato proprio da Lukashenko. La candidata sfida l’ultima dittatura d’Europa con l’appoggio di altre due donne: Veronika Tsepkalo, moglie di Viktor Babariko arrestato con suo figlio Eduard con accuse di frode; e Maria Kolesnikova. Dichiara alla BBC “Ero solo una moglie e una madre ed ero assolutamente felice della mia vita. Ora ho paura perché possono farmi qualsiasi cosa, possono portare i miei figli in un orfanotrofio». Sa che le elezioni saranno irregolari, ma è consapevole che “Lukashenko capirà che il suo tempo è finito”. Il leader bielorusso sottovaluta la minaccia dell’avversaria, sostenendo che “La nostra costituzione non è fatta per una donna. La nostra società non è matura al punto da votare una donna”.

8 agosto 2020 – Alla vigilia delle elezioni tantissimi bielorussi sono scesi in piazza e continuano a farlo per esprimere sostegno alla Tikhanovskaya. Manifestano contro il presidente e contro la polizia che reprime con violenza le proteste: “I miei concittadini scendono in piazza contro Lukashenko ben sapendo che verranno arrestati: quando escono di casa portano con loro spazzolino e assorbenti, certi che passeranno una settimana in carcere per il solo fatto di aver manifestato”, dice a OPEN Katerina Ziuziuk, attivista bielorussa che attualmente vive in Italia. “La situazione economica in Bielorussia è disastrosa – continua – tanto che i giovani non hanno possibilità di costruirsi una vita dignitosa e vanno via. Quelli attivi partecipano alla vita politica e ci rimettono, perché perdono il posto all’università, vengono arrestati e subiscono le conseguenze di una posizione attiva in Bielorussia. E gli altri se possono vanno via».

9 agosto 2020 – Nel giorno delle elezioni vengono diffusi i risultati dei primi exit poll, che vedono Lukashenko vincente con l’80% dei voti mentre la sua sfidante, Svetlana Tikhanovskaya, solo al 6,8%. Le proteste si inaspriscono in seguito al lampante risultato falsificato delle votazioni. La polizia tenta di reprimerle con granate stordenti che feriscono molti manifestanti o con l’arresto dei ribelli.

10 agosto 2020 – Vengono ufficializzati i risultati: Alexander Lukashenko è stato eletto presidente con l’80% dei voti. I Bielorussi scendono nuovamente in piazza. Si diffondono foto e video di violenze subite dai manifestanti e si parla anche di morti, poi non confermati. In particolare in questo video si vede un uomo trascinato e poi investito da un camion della polizia.

L’8 agosto 2020 dal canale Telegram di Nexta TV era stato diffuso un tutorial su come comportarsi durante le proteste con cui gli utenti vengono invitati ad acquistare ciò che può essere utilizzato come equipaggiamento protettivo nei negozi edili e sportivi, come caschi, occhiali di sicurezza, maschere e protezioni per stinchi e braccia. Oltre a questo, per scendere in piazza invitano a munirsi anche di un piccolo kit di pronto soccorso e di portare con sé antidolorifici e acqua.Inoltre in quei giorni si registra anche un blocco della connessione a internet per tutti i cittadini bielorussi, che così non possono ricevere informazioni su quanto accade e non possono contattare parenti che vivono fuori dal paese.

Viene pubblicato un video registrato il giorno delle elezioni in cui si vede un membro del seggio elettorale di Minsk uscire dalla finestra: successivamente viene calato dalla stessa un sacco nero. Il contenuto del sacco è ad oggi sconosciuto.

11 agosto 2020 – La sfidante di Lukashenko, Svetlana Tikhanovskaya fugge in Lituania dopo le proteste nate dopo la sua sconfitta ritenuta da molti ingiusta:sostengono infatti che il voto sia stato pilotato. Solo in queste ore l’Europa si esprime su quel presidente che governa la Bielorussia da 26 anni come se fosse un dittatore: l’ultimo Paese del continente dove è ancora in vigore la pena di morte. Le condanne vengono eseguite con un colpo di pistola alla testa e – secondo Human Rights Watch – le famiglie non vengono informate né della data dell’esecuzione né del luogo.

14 agosto 2020 – “L’Ue non accetta i risultati elettorali. Inizia il lavoro sulle sanzioni per i responsabili delle violenze e dei brogli”. Sono queste le parole dell’Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, nell’ennesimo giorno di manifestazioni e di proteste duramente represse dalle forze di polizia. A Minsk numerosi gruppi di donne vestite di bianco sfilano per le strade, sfidando le polizia con fiori e abbracci nonostante violenza perpetrata: le persone sembrano non avere più paura. Tuttavia Lukashenko non torna sui suoi passi ma conferma il risultato (da molti ritenuto falso) delle elezioni e in un video messaggio chiede ai genitori bielorussi di impedire ai propri figli di uscire.

I vertici UE si sono accordati per imporre sanzioni economiche alla Bielorussia, non accettando i risultati elettorali.

15 agosto 2020 – Lukashenko comunica di avere l’appoggio di Validimir Putin che fornirà “piena assistenza – sostiene il presidente- per garantire la sicurezza della Bielorussia”.

18 agosto 2020 – Il presidente si trova in difficoltà: le proteste non si fermano, anzi aumentano sempre di più e vengono convocati numerosi scioperi di categoria. In un discorso alla nazione sostiene che “si potranno tenere nuove elezioni parlamentari e presidenziali, se proprio ci tenete”; dopo poco ha però fatto dietrofront dicendo che “finché non sarò ucciso non ci saranno nuove elezioni”.

22 agosto 2020 – Lukashenko risponde agli scioperi ordinando la chiusura delle imprese in cui il personale si astenga dal lavoro anche momentaneamente per protesta: “Se qualcuno non vuole lavorare, non forziamolo. Il Paese sopravviverà. Ma se un’impresa non funziona lunedì metteremo il lucchetto ai cancelli, la gente si calmerà e decideremo chi invitare in questa impresa”, ha detto.

La Bandiera Bielorussa usata nel 1918, nel 1944 e dal 1991 al 1995. Fu abolita dallo stesso Lukashenko

6 settembre 2020 – Le autorità proibiscono di sventolare e di mostrare la storica bandiera nazionale a strisce bianche e rosse, divenuta simbolo delle proteste. I cittadini allora si organizzano accostando il bianco e il rosso in ogni modo possibile, per sostenere la causa senza il rischio di compiere azioni illegali, duramente represse.

La poetessa bielorussa Valzhyna Mort pubblica queste immagini su Twitter

7 settembre 2020Viene rapita Maria Kolesnikova, figura chiave dell’opposizione, vicino al Museo Nazionale d’Arte della capitale bielorussa. Alcuni testimoni riferiscono che un minibus con la scritta “comunicazione” si è avvicinato alla donna e un gruppo di uomini con il volto coperto l’hanno caricata sul mezzo e portata via. Il giorno dopo sparisce anche Antonina Konovalova, altro membro dell’opposizione bielorussa al dittatore Lukashenko. Successivamente si viene a sapere che sono state arrestate e trattenute in carcere.

16 settembre 2020 – La leader dell’opposizione Maria Kolesnikova viene incriminata di “invocare azioni che minacciano la sicurezza nazionale della Bielorussia” e per questo potrebbe ora affrontare da due a cinque anni di carcere. Attualmente è detenuta nella città bielorussa di Zhodino, ed è stata dichiarata sospettata in un’indagine penale su “un caso di azioni volte a causare danni alla sicurezza nazionale”

23 settembre 2020 – Dopo settimane di proteste per il risultato delle elezioni del 9 agosto, Aleksandr Lukashenko si è insediato segretamente come presidente della Bielorussia, prestando giuramento per il suo mandato numero sei. L’inaugurazione è avvenuta in segreto e senza alcun annuncio pubblico.

2 ottobre 2020– Il Primo Ministro italiano Giuseppe Conte, parlando a nome del Consiglio Europeo, sostiene che “Il Consiglio europeo ha deliberato una ferma presa di posizione per quanto riguarda la Bielorussia. Vogliamo che le autorità governative prendano atto che le elezioni che si sono svolte non sono assolutamente soddisfacenti né credibili, non rispondono agli standard internazionali democratici, quindi vogliamo che ci sia una rapida evoluzione verso elezioni libere, credibili

La situazione è drammatica: la Bielorussia viene definita come “l’ultima dittatura Europea”. Il suo presidente è al potere da 26 anni e ha instaurato un regime autoritario di fatto in cui reprime con violenza le proteste; tuttavia in queste settimane il suo potere sta sempre di più vacillando e il merito è soprattutto dei cittadini bielorussi che scendono periodicamente in piazza a rivendicare i loro diritti. Tutto ciò fino ad ora è avvenuto nel quasi silenzio dell’Unione Europea. Si attendono aggiornamenti e si spera che siano migliori.

FONTI: https://www.open.online/

https://www.ilfattoquotidiano.it/

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