Referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari

IL REFERENDUM – Il 20 e 21 settembre 2020 si terrà il quarto referendum costituzionale della storia della Repubblica: avrà come oggetto la legge di revisione costituzionale “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari“. Il testo è stato approvato della Camera dei Deputati e del Senato ed è stato sottoposto alla consultazione popolare da 71 senatori.

IL QUESITO – Al momento la Costituzione prevede 630 membri alla Camera [art. 56] e 315 al Senato [art. 57]; inoltre all’art. 59 stabilisce che ogni Presidente della Repubblica può nominare fino a 5 senatori a vita che si aggiungono a quelli eletti. Gli elettori dovranno rispondere alla domanda «Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – Serie generale – n° 240 del 12 ottobre 2019?» con Si o No. Se vincerà il Si, il numero dei deputati sarebbe diminuito a 400 e i senatori passerebbero da 315 a 200: sarebbe mantenuta la proporzione di 2:1 tra le due Camere e ci sarebbe una riduzione di circa il 30% dei parlamentari. Verrebbe modificato anche l’art. 59 che fisserebbe a 5 il numero massimo di senatori a vita. Puoi leggere il testo completo della legge qui.

PERCHÈ VOTARE SÌ – Se voti Sì al referendum acconsenti al taglio del numero dei parlamentari, che passerebbe quindi da 945 a 600. I sostenitori della riforma ritengono che la vittoria del Sì comporterà queste conseguenze:

  • Risparmio di 100 milioni di euro ogni anno (500 milioni di euro ogni legislatura) sugli stipendi dei parlamentari.
  • Con 600 parlamentari si conterebbe un rappresentante ogni 100.000 abitanti circa, più di quanti ne vengano eletti in altri paesi europei quali Francia, Germania e Regno Unito.
  • Si ridurrebbe la frammentazione che caratterizza i gruppi parlamentari e si faciliterebbe il lavoro di Deputati e Senatori che sarebbero quindi più responsabili e riconoscibili.

PERCHÈ VOTARE NO – Se voti No al referendum invece non approvi la riforma e chiedi che il numero dei parlamentari rimanga 945. I sostenitori del No ritengono che:

  • Il risparmio lordo sarebbe di 82 milioni di euro invece che 100 milioni. Inoltre per risparmiare risorse economiche sarebbe sufficiente una riduzione di stipendio di tutti i parlamentari
  • Ci sarebbe un rapporto tra elettore ed eletto ancora più debole di quanto non sia attualmente
  • Ci sarebbe anche una riduzione della rappresentanza di intere Regioni che non sarebbero rappresentate in maniera adeguata
  • Ci sarebbe un rallentamento ulteriore dei lavori parlamentari
  • Ci sarebbe il rischio di un’elezione del Presidente della Repubblica guidata completamente dalla maggioranza, qualunque essa sia, che risulterebbe rafforzata oltremodo dalla riforma.

PRO E CONTRO – Movimento 5 Stelle (partito promotore della riforma), Lega, Fratelli d’Italia, parte del PD (tra cui Zingaretti e Franceschini) sono dalla parte del Sì, a favore del No si sono schierati +Europa, Sinistra Italiana, Azione.

Domenica 20 e Lunedì 21 settembre urne aperte in tutta Italia dove si eleggeranno anche alcuni Presidenti di Regione: ogni elettore è chiamato al voto, che (fa sempre bene ricordarlo) è un diritto ma anche un dovere.

Fonti: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/07/18/20A03946/sg

https://dait.interno.gov.it/elezioni/faq-referendum-2020

https://www.money.it

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