Sono stati scritti articoli, libri, messaggi, tweet e decreti in quantità. È diventato il principale argomento di tutti i programmi in tv dalle 6 di mattina a mezzanotte (solo perché i programmi notturni non prevedono discussioni). I rapper, o presunti tali, di tutta Italia hanno scritto il loro “Coronavirus freestyle”. Il web è stato invaso da “Ce la faremo!”, da risposte di Salvini nelle sue dirette notturne agli haters (o semplicemente a persone che si divertivano a percularlo) e dalle @bimbedigiuseppeconte. Il Coronavirus è ancora lì, forse più debole o forse più nascosto. È iniziata la Fase 2 e siamo ritornati a una vita pseudo normale, anche se prima di tornare alla vita A.C. (Avanti CoVid, cit. di qualcuno su Instagram) dovrà passare ancora del tempo. Se dunque è inutile e superfluo raccontare quello che è successo durante la quarantena perché è già stato detto tutto da tutti, mi sembra interessante dire cosa vorrei che accadesse dopo, quando ci saremo già dimenticati di Silvia Romano e degli infermieri.
A proposito di infermieri vorrei che il settore della Sanità pubblica goda di tutte le attenzioni che merita, non solo durante periodi estremamente duri come questo ma ogni singolo giorno. Non bastano gli applausi di qualche conduttore tv nel suo programma o le parole di stima, e di circostanza, dei soliti noti approfittatori. Servono risorse per alimentare costantemente questo sistema che è guardato con ammirazione all’estero ma che troppo spesso zoppica e boccheggia. Merita di stare saldamente in piedi perché a sua volta sorregge, assieme ad altri settori, l’intero Paese. Sembrano parole vuote e superflue ma vista la situazione in cui ci trovavamo a inizio marzo e quella in cui siamo ora bisogna urlarle a gran voce, affinché non venga umiliato uno dei pilastri della nostra nazione.
Un altro sistema fondamentale è quello scolastico: troppo spesso lasciato da parte e snobbato dalla politica nonostante, sempre su scala internazionale, sia più che rispettato. Fare ciò, a mio parere, è un insulto ai ragazzi e ai bambini che hanno diritto a ricevere un’adeguata istruzione che possa fornire loro i mezzi e gli strumenti per affrontare la vita una volta lasciata la casa dei genitori. Ed è un insulto anche a tutti gli altri cittadini che hanno il diritto ad essere governati da persone competenti e istruite. Il mio desiderio è che questa situazione di estrema emergenza sarà seguita dal rinnovamento della scuola italiana che, mi auguro, sarà formata da insegnanti più al passo con i tempi: non pochi maestri e professori infatti, non per colpa loro, si sono trovati in difficoltà nella gestione della didattica online.
Come ha detto qualcuno, la pandemia è un segnale che ci sta dando il Pianeta per avvertirci: non siete invincibili. Ce ne siamo accorti. Al di là di queste teorie che attribuiscono al globo un’intenzione e una volontà e oltre ogni discorso religioso/spirituale, si può affermare che per troppo tempo l’essere umano ha pensato di essere padrone della Terra e di poterne disporre a suo piacimento ma non è così: è un ospite della Terra. E nonostante per ovvi motivi il tema della difesa dell’ambiente non sia stato al centro di discussioni, pensieri o attenzioni è ancora di estrema importanza. Non si può pensare che due mesi di “pulizia” dell’aria e dell’acqua abbiano risolto il problema, ma bisogna agire il più presto possibile per mantenere quella pulizia.
La pandemia che stiamo affrontando ha cambiato inevitabilmente la vita di tutti e ha causato una crisi con pochi precedenti, ma bisogna cogliere l’occasione. “Crisi” deriva dal greco κρίσις che significa anche “cambiamento”: confido in un mondo D.C. (Dopo CoVid) diverso da quello prima della pandemia. Vorrei che prendessimo esempio dai nostri predecessori che dalle ceneri di un mondo devastato da una guerra o da una malattia sono riusciti a ripartire evolvendosi e crescendo. Sicuramente non sarà un processo immediato né uniforme ma potrebbe essere una delle ultime chance che ci vengono date.

